Archivi di persone
Mauro Scoccimarro
1941 - 1967
Storia istituzionale/amministrativa, nota biografica
Nacque a Udine il 30 ottobre 1895 da Antonio e da Teresa Caputo. Scoppiata la prima guerra mondiale, S. si schierò tra gli interventisti e nel 1915 partì volontario per il fronte, arruolandosi con il grado di sottotenente nel corpo degli alpini. Nell'ottobre del 1917, dal fronte, chiese l'iscrizione alla sezione socialista udinese. Congedato nel 1919, tornò ad Udine dove svolse attività politica prima come segretario della sezione socialista cittadina, poi come segretario della federazione provinciale friulana e direttore del suo organo settimanale «Il Lavoratore friulano». Al congresso provinciale del Psi, svoltosi nel capoluogo il 21 dicembre 1920, venne delegato al congresso di Livorno come rappresentante della frazione dei comunisti unitari, guidata da Giacinto Menotti Serrati. I1 16 febbraio 1921, in occasione del congresso convocato ad Udine per esaminare la nuova situazione determinatasi con Livorno, lasciò, assieme ad altri socialisti friulani, il Psi e aderì al Pcd'I. Nei mesi successivi contribuì all'organizzazione della federazione provinciale comunista. Contemporaneamente completò i suoi studi universitari a Venezia, conseguendo la laurea in scienze economiche a giuridiche nel 1922. Nello stesso anno venne chiamato da Antonio Gramsci a collaborare alla redazione de «L'Ordine nuovo» e si trasferì a Torino. Nell'ottobre 1922, fu invitato, in rappresentanza del Pcd'I, al II congresso del Pcf, che si svolse a Parigi. Subito dopo essere intervenuto al dibattito congressuale, venne fermato dalla polizia francese che lo espulse dal paese per detenzione di passaporto irregolare. Non appena tornato in Italia, ripartì per I'Urss, essendo stato incluso nella delegazione del Pcd'l al IV congresso dell'Ic. A Mosca venne designato a far parte della commissione interpartitica incaricata dall'Ic di stabilire le modalità della fusione tra Psi e Pcd'I. Al suo ritorno in Italia entrò in una condizione di semiclandestinità, riuscendo a sfuggire all'ondata di arresti che, tra il febbraio e l'aprile 1923, colpì numerosi dirigenti e militanti del Pcd'I a della Fgcd'I. I1 5 marzo 1923 venne cooptato nel Cc e nel Ce del partito. Nel giugno 1923 partecipò a Mosca ai lavori del III plenum dell'esecutivo allargato dell'Ic e venne inserito nel nuovo Cc del Pcd'I, nominato d'autorità dall'Ic. Ripartito da Mosca, rimase per alcuni mesi a Berlino come rappresentante del Pcd'I. Nell'agosto 1923 fu arrestato perché in possesso di passaporto falso. Scontati due mesi di detenzione, venne rimesso in libertà e rientrò in Italia in ottobre. Al V congresso dell'Ic, ai cui lavori non partecipò, fu riconfermato membro dell'esecutivo del Pcd'I ed eletto membro supplente del Cc dell'Internazionale. Nell'agosto 1924 assunse l'incarico di segretario organizzativo dell'ufficio di segreteria del partito. Nel novembre venne chiamato a Mosca a rappresentare il Pcd'I nel Cc dell'Ic. Terminati i lavori del V plenum dell'esecutivo allargato (febbraio-marzo 1925), a cui prese parte, rientrò in Italia a si dedicò alla creazione dell'apparato clandestino del partito. Negli ultimi mesi del 1925 diresse il complesso lavoro organizzativo che permise lo svolgimento del III congresso del partito, dove fu rieletto nel Cc, nel Ce, nell'ufficio di segreteria e nell'ufficio di organizzazione. Il 5 novembre 1926 venne arrestato a Milano e il 2 dicembre fu assegnato al confino nell'isola di Favignana per un periodo di 5 anni. Il 22 gennaio 1927 venne però raggiunto da un mandato di cattura spiccato dalla magistrature milanese a tradotto nelle carceri di San Vittore. Fu condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di detenzione, dei quali 4 anni e 6 mesi da trascorrere in segregazione cellulare. Scontò la prima parte della pena nei penitenziari di Santo Stefano e di Lucca. Nei 1932 venne tradotto nelle carceri di Padova. Verso la fine del 1932 fu trasferito nel penitenziario di Civitavecchia. II 19 febbraio 1937 venne scarcerato, ma immediatamente assegnato al confino di Ponza. Il 1 luglio 1939, chiuso il confino di Ponza, fu tradotto, insieme alla maggior pane degli altri dirigenti comunisti confinati, a Ventotene, dove rimase fino alla caduta del fascismo. Lasciò l'isola il 18 agosto 1944. Dopo alcuni giorni trascorsi a Udine, si recò a Roma, dove dalla fine di agosto dello stesso anno assunse ufficiosamente l'incarico di coordinatore dell'attività provvisoria del partito a diventò rappresentante del Pci in seno al Ccln. Il 1 luglio 1944 fu nominato vicesegretario del partito nella direzione operativa nel Mezzogiorno. Nell'agosto dello stesso anno venne chiamato a ricoprire la carica, che avrebbe detenuto fino al dicembre 1944, di commissario aggiunto per l'epurazione dell'amministrazione. Entrò il 12 dicembre 1944 nel secondo governo Bonomi come ministro dell'Italia occupata. Assunse poi il Ministero delle finanze nel governo Parri e nel primo e nel secondo governo De Gasperi. Membro della Consulta e deputato dell'Assemblea costituente, tra il 1948 e il 1953 fu senatore di diritto. Nelle successive legislature venne riconfermato al Senato dal voto degli elettori. Nelle prime tre legislature svolse le funzioni di vicepresidente del Senato. Tra le cariche pubbliche va anche annoverata quella di membro del Parlamento europeo. Nell'ambito del Pci fece parte del Cc, della direzione e delta segreteria fino all'VIII congresso. Dal momento della costituzione della Ccc, il nuovo organismo creato dallo stesso VIII congresso, ne diventò presidente; mantenne tale carica fino al XII congresso, quando uscì dalla Ccc e rientrò nel Cc, di cui rimase membro fino alla morte, avvenuta a Roma il 2 gennaio 1972.
Storia archivistica
L' archivio è stato versato alla Fondazione Istituto Gramsci in due fasi: una prima parte delle carte è stata consegnata dalla famiglia alla direzione del Pci nel febbraio del 1972 e successivamente versata alla Fondazione prima del 1993; mentre una seconda parte è stata versata insieme all' Archivio del Partito comunista italiano nel 1996.
Riferimenti bibliografici
Numerosi i suoi contributi e articoli comparsi su «l'Unità» e l'altra stampa di partito. Tra le sue pubblicazioni:
Il secondo dopoguerra, Editori Riuniti, Roma 1956
Nuova democrazia, Editori Riuniti, Roma 1958
Ideologia e politica, Editori Riuniti, Roma 1960
Ideologia marxista e programmazione economica, Editori Riuniti, Roma 1965
Il rinnovamento e il rafforzamento del partito, Editori Riuniti, Roma 1966.
Note
Stato di lavorazione: da ordinare.
Scheda archivistica a cura di Gianni Venditti e Valeria Vitale; nota biografica a cura di Valeria Vitale.