Archivi di persone

Umberto Terracini

1926 - 1945

Storia istituzionale/amministrativa, nota biografica

Nacque a Genova il 7 luglio 1895 da Jaire Adele Segre. A Torino, dove compì gli studi classici, si accostò nel 1911 alla Fgsi, di cui divenne segretario nel 1914. Al ritorno dalla guerra, nel 1919, si laureò in giurisprudenza. Con Gramsci, Togliatti e Tasca fu tra i fondatori de «L'Ordine nuovo»; diresse quindi il settimanale socialista «Falce e martello» e collaborò all'«Avanti!». Nel gennaio 1920 entrò nella direzione nazionale del Psi. Al congresso di Livorno nel 1921 firmò con Bordiga la relazione della frazione comunista, venne eletto nel Cc e nell'esecutivo del Pcd'I. Nel maggio 1921 partecipò ai lavori del III congresso dell'Ic e fu eletto nell'esecutivo. Al momento della marcia su Roma fu tra i pochi dirigenti comunisti che rimasero in Italia e, insieme a Grieco, mantenne la direzione del partito e ne riorganizzò clandestinamente la segreteria. Dopo aver rappresentato il Pcd'I nell'esecutivo dell'Ic a Mosca nel 1923, ritornò in Italia, dove fu colpito da mandato di cattura. Nell'agosto 1923 si trasferì a Mosca dove si trattenne sino alla fine del 1924. Al suo rientro in Italia venne arrestato e rimase in carcere per circa 6 mesi; liberato nel febbraio 1926, diresse a Milano «l'Unità" e organizzò l'attività sindacale e di massa del partito. Arrestato nuovamente nel settembre 1926, fu sottoposto a processo dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato, che lo condannò a 22 anni e 9 mesi di carcere. Negli anni di prigionia a Santo Stefano Firenze, San Gimignano, Castelfranco Emilia, Civitavecchia riuscì a tenere i contatti con il partito tramite la moglie, la lettone Alma Lex. A partire dal 1930, quando venne informato da Togliatti della svolta, T. si trovò spesso in disaccordo con gli altri dirigenti in carcere su alcuni punti fondamentali dell'interpretazione della linea del partito. A seguito di un'amnistia, nel febbraio 1937, lasciò il carcere ma venne subito assegnato al confino prima a Ponza e poi, allo scoppio della guerra, a Ventotene. Qui il dissidio tra T., cui si unì Camilla Ravera, e il direttivo comunista si acutizzò sino a condurre, nel gennaio 1943, all'espulsione dei due dal partito. Tornato in libertà nell'agosto 1943, T. riparò in Svizzera, da dove cercò ripetutamente di riprendere i contatti con i centri dirigenti del Pci e con Togliatti in particolare. Si unì quindi alle formazioni partigiane dell'Ossola. Nel dicembre 1943 la direzione del partito decise di reinserirlo negli organi centrali e nell'aprile 1945 T. rientrò in Italia. Membro dell'Alta corte di giustizia nel 1945-1946, fu deputato e quindi presidente dell'Assemblea costituente dal febbraio 1947.
Eletto al Senato nel 1948 e confermato in tutte le successive legislature, al V congresso del Pci diventò membro del Cc e della direzione, con una parentesi dal 1947 al 1955, quando venne allontanato per divergenze su temi di politica internazionale. Fu impegnato in organismi di studio e m associazioni interpartitiche e di massa ed esercitò la professione di avvocato in processi politici e in difesa di militanti della sinistra. Morì a Roma il 7 dicembre 1983.

Storia archivistica

Le copie dei documenti sono state versate alla Fondazione nel 1974 dall'archivio della direzione del Pci. Le lettere dal carcere sono state donate all'Istituto dalla seconda moglie, Maria Laura Gayno. Altre carte, relative soprattutto al periodo del secondo dopoguerra sino agli ultimi anni di vita di T., sono state donate alla signora Gayno, all'Istituto di ricerche economiche e sociali Antonio Gramsci di Alessandria, con una convenzione con il Comune di Acqui Terme, in data 8 novembre 1989. Tale fondo consta di 3026 documenti elencati in allegato all'atto notarile di donazione, di cui vi è copia presso la Fondazione.

Riferimenti bibliografici

U. Terracini, Sulla svolta. Carteggio clandestino dal carcere 1930-31-32, a cura di A. Coletti Milano, La Pietra, 1975; ID., Al bando dal Partito. Carteggio clandestino dall'isola e dall'esilio 1938-1945, a cura di A. Coletti, Milano, La Pietra, 1976; ID., Cinque no alla Dc. Scritti e discorsi, a cura di U. Silva E D. Pertocoli, Milano, Mazzotta, 1978.

Note

Stato di lavorazione del fondo: ordinato; consultabile.
Scheda a cura di Beatrice De Gerloni.