Archivi di persone

Vittorio Vidali

1912-1983 con documenti di data anteriore

Storia istituzionale/amministrativa, nota biografica

Nacque a Muggia (Trieste) il 27 novembre 1900. Nel 1917 entrò nella Federazione giovanile del partito socialista triestino e, dopo l'annessione di Trieste all'Italia, si dedicò interamente all'attività politica. Nel gennaio 1921 si iscrisse al Pcd'I, divenendo membro dell'esecutivo della federazione triestina e dirigente della Fgcd'I. Attivissimo nelle lotte proletarie contro il fascismo, fu tra i fondatori degli Arditi rossi a Trieste. Arrestato e rilasciato la prima volta nel febbraio 1921 per aver preso parte all'occupazione del cantiere San Marco, venne nuovamente arrestato il 12 maggio, trattenuto in carcere e torturato. Condannato a 4 mesi di reclusione nel processo "dei bombardieri" rimase però a piede libero e decise di espatriare clandestinamente. Visse senza coperture legali in Austria, in Cecoslovacchia, in Germania, dove venne arrestato e successivamente espulso. Rientrato in Italia, riprese la lotta politica antifascista e venne gravemente ferito dai fascisti ad Alessandria. Nuovamente arrestato dopo la marcia su Roma, nei primi mesi del 1923 lasciò l'Italia e, dopo una sosta ad Algeri, nel settembre dello stesso anno entrò clandestinamente negli Usa. Qui, con il nome di Enea Sormenti, continuò l'attività politica come segretario della sezione italiana del Partito comunista d'America e collaborò alla stampa antifascista italiana, impegnandosi attivamente nella campagna organizzata per salvare Sacco e Vanzetti. Arrestato il 17 ottobre 1926 in seguito ad un comizio antifascista, all'inizio del marzo 1927 ottenne la libertà provvisoria e il 24 dello stesso mese fu espulso dalle autorità statunitensi evitando casi l'estradizione richiesta dalle autorità italiane. Attraverso il Messico raggiunse l'Unione Sovietica dove rimase fino all'ottobre 1927. Dall'ottobre 1927 al febbraio 1930 soggiornò nuovamente in Messico dove conobbe Tina Modotti che fu la sua compagna fino al 1942. All'inizio del 1930, tornato in Unione Sovietica e assunto il nome di Carlos Contreras, cominciò a lavorare nello Sri a fianco di Elena Stassova, occupandosi della sezione latino-americana. Come ispettore del Soccorso rosso compì frequenti viaggi in Europa e dal dicembre 1934 si fermò in Spagna per organizzare i soccorsi in favore dei perseguitati politici della rivolta delle Asturie; al momento della rivolta dei generali filofascisti fu tra i fondatori del 50 Regimiento del quale, con il nome di Carlos J. Contreras, divenne comandante e commissario politico e nel quale operò fino al gennaio 1937, quando questa unità venne sciolta e fatta confluire nelle forze militari regolari. Dal novembre 1936 fu uno dei protagonisti della difesa di Madrid e nel marzo 1937 della battaglia di Guadalajara. Durante il conflitto spagnolo fu capo della sezione organizzazione dello stato maggiore di Madrid, commissario di guerra della XI divisione, commissario ispettore del fronte di Guadalajara, commissario ispettore del servizio di propaganda nelle file nemiche, dirigente del commissariato di recupero nella fase finale della difesa della Catalogna, vicecapo della commissione militare del Pce. Ferito gravemente a Madrid nel novembre 1938, ricominciò a combattere fino alla disfatta della Catalogna nel febbraio 1939 quando, dopo un inutile viaggio a Parigi compiuto nel tentativo di trovare aiuti per la Repubblica, lasciò definitivamente la Spagna. In Francia evitò l'internamento e la prigionia e nel maggio 1939 ottenne l'asilo politico in Messico; qui riprese l'attività politica nell'Alleanza antifascista Giuseppe Garibaldi e l'attività giornalistica, redigendo dal febbraio 1939 al maggio 1946, la rubrica "La settimana del mondo" su «El Popular» organo della Confederazione generale dei lavoratori, diretto da Vicente Lombardo Toledano. Coinvolto nelle lotte intestine del Pcm, dopo l'uccisione di Trotzky, venne accusato di essere uno dei mandanti e degli organizzatori dell'assassinio. Nel quadro di questi sospetti, nel marzo 1941 venne arrestato e rilasciato dalla polizia messicana. Con una analoga accusa si tentò di coinvolgerlo anche nell'assassinio di Carlo Tresca. Nel 1942 morì Tina Modotti e solo un deciso intervento di Pablo Neruda mise a tacere le calunnie subito sorte intorno alla figura e alla morte della rivoluzionaria italiana. Nel 1943 V. venne espulso dal Pcm, partito al quale non era mai stato iscritto; nel febbraio 1947 lasciò definitivamente il Messico e dopo un viaggio avventuroso e non poche difficoltà burocratiche riuscì a tornare a Trieste. Nel maggio 1947 rientrò nel Pci e fu nominato segretario generale autonomo del Pctlt. Dopo 1'8 ottobre 1954 fu eletto segretario della federazione autonoma del partito di Trieste. Nel 1956 partecipò come delegato al XX congresso del Pcus. Dal 1953 al 1963 fu consigliere comunale a Trieste; dal 1958 al 1963 fu eletto deputato e dal 1963 al 1968 fu eletto senatore per il collegio di Trieste. Dal 1956 fu membro del Cc del Pci. Nel 1971 e nel 1980 fu vittima di attentati fascisti. Morì a Trieste il 9 novembre 1983.

Storia archivistica

Dopo la morte di V. fu Enrico Berlinguer a decidere la destinazione finale dell'archivio. Sulla base di uno scambio epistolare (novembre-dicembre 1983) con Laura Weiss, alla quale V. aveva affidato il riordino dei propri documenti, venne stabilito di inviare le carte direttamente alle Fondazione Istituto Gramsci. La decisione fu comunicata il 16 febbraio 1984 ai figli di V., Bianca e Carlos. Il 2 aprile 1984 Alessandro Natta ebbe l'elenco completo dei materiali dell'archivio. Nell'ottobre 1984 le carte, raccolte e suddivise in fascicoli da Laura Weiss, arrivarono da Trieste alla Fondazione dove furono definitivamente ordinate nel 1985.

Ambiti e contenuto

Le carte sono costituite, in maggioranza, da materiale a stampa in lingua italiana, spagnola ed inglese, che si concentra in termini quantitativi negli anni 1936-1939, 1945-1983. Particolarmente documentate risultano la guerra di Spagna, l'attività del Pcm dal 1939 al 1945, la situazione triestina nel dopoguerra, con particolare attenzione alla politica del Pci sulla questione giuliana e ai rapporti tra il Pci e il Pcj. Del fondo fanno inoltre parte 4 bobine nelle quali sono riprodotti documenti già presenti e documenti non presenti nel fondo.

Criteri di ordinamento

Per le prime sette serie è stato seguito lo schema utilizzato per gli archivi di persone; per le altre si è preferito adottare un criterio cronologico.

Riferimenti bibliografici

V. Vidali, Diario di Cuba, Milano, Vangelista, 1973; ID., La guerra antifascista, Milano, Vangelista, 1973; ID., Il 5. Reggimento, Milano, La Pietra, 1973; ID., Diario del XX congresso, Milano, Vangelista, 1974; ID., Dal Messico a Murmansk, Milano, Vangelista, 1975; ID., Spagna lunga battaglia, Milano, Vangelista, 1975; ID., Giornale bordo, Milano, Vangelista, 1977; ID., Missione a Berlino, Milano, Vangelista, 1978; ID., La caduta della Repubblica, Milano, Vangelista,1979; ID., Orizzonti di libertà, Milano, Vangelista, 1980; ID., Ritorno alla città senza pace. Il 1948 a Trieste, Milano, Vangelista, 1982; ID., Ritratto di donna, Tina Modotti, Milano, Vangelista, 1982; ID., Comandante Carlos, Roma, Editori Riuniti, 1983.

Note

Stato di lavorazione: ordinato, elenchi.
Scheda a cura di Chiara Daniele.