Archivi di persone

Luchino Visconti

1910 - 1976 - Con carte di data anteriore. L'archivio è stato integrato con documentazione sino al 2006.

Storia istituzionale/amministrativa, nota biografica

Nasce a Milano il 2 novembre del 1906, quarto di sette fratelli. Il padre Giuseppe Visconti di Modrone appartiene all'antica nobiltà lombarda; la madre Carla Erba proviene dalla borghesia industriale. Oltre a dedicarsi ad attività produttive i genitori coltivano l'amore per la musica, la letteratura, il teatro. Compie studi regolari senza tuttavia conseguire la licenza liceale. Nel 1928 si arruola soldato semplice presso il Distretto militare di Milano. Nel 1929 frequenta la Scuola d'Applicazione dell'Accademia di Cavalleria di Pinerolo, dalla quale si congeda con i gradi di sergente maggiore. Nel 1930 intraprende l'attività di allevatore di cavalli da corsa, con i quali nei cinque anni seguenti ottiene premi e riconoscimenti. A partire dal 1932 si fanno più assidui i suoi consueti viaggi a Parigi, dove l'amica Coco Chanel lo introduce negli ambienti degli intellettuali vicini al Fronte Popolare. Conosce Jean Renoir, Jean Cocteau, André Gide, Luis Buñuel, Man Ray, Kurt Weill, Henry Bernstein. Scrive soggetti cinematografici, drammi e racconti; acquista inoltre una cinepresa e compie i primi esperimenti cinematografici amatoriali. Nel 1934 avvia la liquidazione della sua scuderia. Nel 1936 cura le scene di Carità mondana, di G. Antona Traversi e de Il dolce aloe di J. Mallory, per la «Compagnia del Teatro d'Arte di Milano» della quale fanno parte anche Andreina Pagnani e Paolo Stoppa. Nello stesso anno lavora come costumista e assistente volontario al film Une partie de campagne di Jean Renoir. Fra il 1937 e il 1938 viaggia in Grecia e negli Stati Uniti. Il 16 gennaio del 1939 muore la madre. A seguito di questo evento trasferisce la sua residenza a Roma. Nell'estate del 1939 lavora alla preparazione del film Tosca insieme a Renoir, che di lì a poco sarà costretto a lasciare l'Italia. In questi mesi stringe amicizia con Umberto Barbaro, Giuseppe De Santis, Mario Alicata, Pietro Ingrao, i fratelli Puccini, collaboratori della rivista antifascista «Cinema» diretta da Vittorio Mussolini. Nel giugno del 1941 pubblica sulle pagine di «Cinema» lo scritto Cadaveri. Nel dicembre del 1941 muore il padre. Nei primi anni Quaranta lavora con il gruppo di «Cinema» a diverse sceneggiature; il loro interesse si sofferma in particolare su G. Verga, di alcune delle cui opere Visconti acquista i diritti. A lungo viene accarezzata l'idea di un film tratto da I Malavoglia. Nel maggio del 1943 viene proiettato a Roma Ossessione, sceneggiatura di Visconti, Mario Alicata, Giuseppe De Santis e Gianni Puccini dal romanzo di J. Cain The postman always rings twice. Dopo la firma dell'armistizio, benché non ammesso nelle file dell'antifascismo organizzato svolge, con il nome di Alfredo Guidi, attività politica clandestina; nella sua casa in via Salaria si tengono riunioni e si nascondono uomini e armi. Aderisce al Comitato di Assistenza ai Perseguitati Antifascisti. Nell'autunno del 1943 viene pubblicato il suo scritto Cinema antropomorfico. Il 15 aprile del 1944 viene arrestato e condotto prima nella Pensione Jaccarino poi nel carcere di San Gregorio, dove rimane fino al 4 giugno, giorno della liberazione di Roma. Nei mesi seguenti fa parte della Commissione di Epurazione nata in seno all'Unione Lavoratori dello Spettacolo. Con Mario Chiari, Franco Ferri e Rinaldo Ricci scrive Pensione Oltremare, soggetto cinematografico sull'esperienza del carcere fascista. Il 30 gennaio del 1945 debutta nella regia teatrale ne I parenti terribili di J. Cocteau al Teatro Eliseo di Roma. Nei mesi seguenti si dedica prevalentemente alla prosa, importando sulle nostre scene il realismo di matrice francese e statunitense. Nel corso del 1945 dirige: Quinta colonna di H. Hemingway (Roma, Teatro Quirino, 23 marzo), La macchina da scrivere di J. Cocteau (Teatro Eliseo, 2 ottobre), Antigone di J. Anouilh e A porte chiuse di J. P. Sartre (Teatro Eliseo, 18 ottobre), Adamo di M. Achard (Teatro Quirino, 30 ottobre), La via del tabacco di J. Kirkland dal romanzo di E. Caldwell (Milano, Teatro Olimpia, 4 dicembre). Nella primavera del 1945 partecipa al film documento Giorni di gloria, coordinato da Mario Serandrei e Giuseppe De Santis, nel quale riprende il processo e l'esecuzione dell'ex questore di Roma Pietro Caruso. Nell'autunno del 1945 prende accordi con l'ANPI per un film tratto da Uomini e no di E. Vittorini. Nell'inverno del 1946 va in scena a Roma Il matrimonio di Figaro di P. A. Caron de Beaumarchais (Teatro Quirino, 19 gennaio). Nel maggio del 1946 «l'Unità» pubblica un articolo di Visconti dal titolo Perché voterò per il Partito comunista. Il 12 novembre del 1946 debutta al Teatro Eliseo di Roma, in Delitto e Castigo di G. Baty dal romanzo di F. Dostoevskij, la «Compagnia Italiana di Prosa» (Visconti-Morelli-Stoppa). L'attività del gruppo prosegue con Zoo di vetro di T. Williams (Teatro Eliseo, 13 dicembre). In questi mesi, con Michelangelo Antonioni, Guido Piovene e Antonio Pietrangeli, scrive il soggetto de Il processo di Maria Tarnowska. Nell'inverno del 1947 vanno in scena a Roma Vita col padre di H. Lindsay e R. Crouse, regia di Gerardo Guerrieri e supervisione di Visconti (Teatro Eliseo, 28 gennaio), ed Euridice di J. Anouilh (Teatro Eliseo, 28 febbraio). Fra l'autunno del 1947 e la primavera del 1948 gira in Sicilia La terra trema. Inizialmente commissionato dal PCI come documentario di propaganda per le imminenti elezioni politiche, sarà finalmente il film ispirato ai Malavoglia di Verga. Nell'autunno del 1948 debutta a Roma Rosalinda o Come vi piace di W. Shakespeare, scene e costumi di Salvador Dalì (Teatro Eliseo, 26 novembre). Nel dicembre del 1948 la rivista «Rinascita» pubblica un intervento di Visconti intitolato Sul modo di mettere in scena una commedia di Shakespeare. Nell'inverno del 1949 debutta a Roma in prima italiana Un tram che si chiama desiderio di T. Williams (Teatro Eliseo, 21 gennaio). In primavera va in scena Oreste di V. Alfieri (Teatro Quirino, 9 aprile). Nell'estate del 1949, dopo aver rinunciato a dirigere l'Orlando furioso dell'Ariosto e il Lorenzaccio di A. De Musset, allestisce per il Maggio Musicale Fiorentino Troilo e Cressida di Shakespeare (Giardini di Boboli, 21 giugno). Fra il 1949 e il 1950 lavora a diversi progetti cinematografici. Con Vasco Pratolini, Sergio Amidei, Antonio Pietrangeli e Franco Zeffirelli, scrive la sceneggiatura di Cronache di poveri amanti dal romanzo di Pratolini, cui a sopralluoghi già avviati mancherà il sostegno finanziario. Con Zeffirelli e Suso Cecchi d'Amico lavora a La carrozza del Santissimo Sacramento da P. Merimée. Pensa inoltre a un film con Totò su Antonio Petito, accetta la proposta del produttore Salvo D'Angelo per un film con Aldo Fabrizi sul Marchese del Grillo, scrive il soggetto Maratona di danza e, con Suso Cecchi d'Amico, Marcia nuziale. Nell'inverno del 1951 va in scena a Roma Morte di un commesso viaggiatore di A. Miller (Teatro Eliseo, 10 febbraio). In primavera allestisce una nuova edizione di Un tram che si chiama desiderio di T. Williams (Milano, Teatro Nuovo, 28 aprile). Nell'autunno del 1951 ritira la firma dalla regia del Seduttore di D. Fabbri, in scena al Festival Internazionale del Teatro di Prosa di Venezia, in polemica contro il mancato visto d'ingresso al «Berliner Ensemble» di Bertolt Brecht. Gira Appunti su un fatto di cronaca, breve documentario da inserire nel numero II di «Documento mensile», rivista cinematografica diretta da Marco Ferreri e Riccardo Ghione, che non otterrà il visto della censura. Nel dicembre del 1951 esce nelle sale Bellissima, su soggetto di Cesare Zavattini, protagonista Anna Magnani. Nel corso del 1952 riceve varie offerte per la direzione di opere liriche. Nell'autunno del 1952 va in scena a Venezia La locandiera di C. Goldoni (Teatro La Fenice, 2 ottobre). Debutta inoltre a Roma Tre sorelle di A. Cechov (Teatro Eliseo, 20 dicembre). Nell'inverno del 1953 vanno in scena a Milano nella stessa serata Il tabacco fa male di Cechov e Medea di Euripide (Teatro Manzoni, 6 marzo). Nel dicembre del 1953 esce nelle sale il film collettaneo Siamo donne, del quale Visconti firma l'episodio dedicato ad Anna Magnani, su sceneggiatura di Suso Cecchi d'Amico e Cesare Zavattini. Nel settembre del 1954 viene proiettato alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia Senso, sceneggiatura di Visconti e Suso Cecchi d'Amico dall'omonima novella di C. Boito, revisione dei dialoghi di Tennessee Williams e Paul Bowles. Nell'autunno del 1954 supervisiona la rivista «Festival» per la Compagnia di Wanda Osiris (Milano, Teatro Nuovo, 13 ottobre) e dirige Lilla Brignone e Gianni Santuccio in Come le foglie di G. Giacosa (Milano, Teatro Olimpia, 26 ottobre). Nell'inverno del 1954, ad apertura della stagione scaligera, debutta nella regia lirica ne La Vestale di G. Spontini (Milano, Teatro alla Scala, 7 dicembre), spettacolo che segna anche l'incontro con Maria Callas. Nel 1955 vanno in scena a Milano La Sonnambula di V. Bellini (Teatro alla Scala, 5 marzo) e La Traviata di G. Verdi (Teatro alla Scala, 28 maggio). Nell'autunno del 1955 debuttano a Roma Il Crogiuolo di A. Miller (Teatro Quirino, 15 novembre) e Zio Vania di Cechov (Teatro Eliseo, 20 dicembre). Nell'inverno del 1956 va in scena a Milano Mario e il mago, azione coreografica di Visconti dal racconto di T. Mann su musica di Franco Mannino (Teatro alla Scala, 25 febbraio). Il 30 novembre del 1956 sottoscrive una lettera collettiva indirizzata agli scrittori sovietici contro l'intervento sovietico in Ungheria. Nell'inverno del 1957 va in scena a Roma Contessina Giulia di A. Strindberg (Teatro delle Arti, 11 gennaio). Nella primavera del 1957 vanno in scena al Teatro alla Scala di Milano, Anna Bolena di G. Donizetti (14 aprile) e Ifigenia in Tauride di C. W. Gluck (1 giugno). Nell'estate del 1957 debutta, nell'ambito del Festival Internazionale del Teatro di Prosa di Venezia, L'impresario delle Smirne di C. Goldoni (Teatro La Fenice, 1 agosto). Nel settembre del 1957 viene proiettato alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia Le notti bianche, tratto dal racconto di F. Dostoevskij e prodotto dalla CI.AS., cooperativa costituita per l'occasione da Suso Cecchi d'Amico, Franco Cristaldi, Marcello Mastroianni e Luchino Visconti. Il film vince il Leone d'argento. Debutta nell'ambito del Berliner Festwochen di Berlino Ovest Maratona di danza, libretto di Visconti su musiche di Hans Werner Henze, scene di Renzo Vespignani (Städtische Oper, 24 settembre). Nell'inverno del 1958 va in scena a Roma Uno sguardo dal ponte di A. Miller (Teatro Eliseo, 18 gennaio). In primavera vanno in scena due regie verdiane: Don Carlo (Londra, Covent Garden, 9 maggio) e Macbeth, ad apertura del Festival dei Due Mondi di Spoleto (Teatro Nuovo, 5 giugno). Nell'autunno del 1958 debuttano a Roma Immagini e tempi di Eleonora Duse, spettacolo commemorativo a cura di Gerardo Guerrieri (Teatro Quirino, 3 ottobre) e Veglia la mia casa Angelo, di K. Frings (Teatro Quirino, 11 ottobre). A Parigi va in scena Deux sur la balançoire di W. Gibson (Théâtre des Ambassadeurs, 13 novembre). Nel mese seguente debutta a Roma I ragazzi della Signora Gibbons, di W. Glickman e J. Stein (Teatro Eliseo, 20 dicembre). Nell'inverno del 1959 va in scena a Roma Figli d'arte di D. Fabbri (Teatro Eliseo, 1 marzo). Nell'estate del 1959 va in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto, Il duca d'Alba di G. Donizetti (Teatro Nuovo, 11 giugno). Fra l'inverno e l'estate del 1960 gira Rocco e i suo fratelli, sceneggiatura di Suso Cecchi d'Amico, Enrico Medioli, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa. Il film, Premio speciale della Giuria alla Mostra di Venezia, esce nelle sale con l'oscuramento di alcune scene sollevando un'accesa battaglia civile sulla libertà di espressione. In ottobre la rivista «Vie nuove» pubblica un intervento di Visconti intitolato Oltre il fato dei Malavoglia. Nell'inverno del 1960 debutta a Roma L'Arialda di G. Testori (Teatro Eliseo, 22 dicembre). Nel febbraio del 1961 lo spettacolo, in scena a Milano, viene denunciato per oscenità dalla Procura della Repubblica, segnando anche lo scioglimento della Compagnia. Nell'inverno del 1961 va in scena a Parigi Dommage qu'elle soit une p… dell'elisabettiano J. Ford (Théâtre des Ambassadeurs, 29 marzo). In estate debutta al Festival dei due Mondi di Spoleto Salome di R. Strauss (Teatro Nuovo, 30 giugno). Nel febbraio del 1962 esce nelle sale il film ad episodi Boccaccio '70, del quale Visconti firma Il lavoro, tratto dal racconto di G. de Maupassant Au bord du lit e sceneggiato in collaborazione con Suso Cecchi d'Amico. Nell'inverno del 1963 debutta a Palermo la commedia storico pastorale Il diavolo in giardino di Visconti, Filippo Sanjust ed Enrico Medioli su musiche di Franco Mannino (Teatro Massimo, 28 febbraio). Nel marzo del 1963 esce nelle sale Il Gattopardo, sceneggiatura di Suso Cecchi d'Amico, Enrico Medioli, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa dal recente successo editoriale di G. Tomasi di Lampedusa. In estate vanno in scena nell'ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto la seconda edizione de La Traviata di Verdi (Teatro Nuovo, 20 giugno) e Il tredicesimo albero, scherzo in un atto di A. Gide (Teatro Caio Melisso, 9 luglio). Nel corso del 1963 lavora inoltre con Suso Cecchi d'Amico a Giuseppe e i suoi fratelli, progettato episodio di un film collettivo sulla Bibbia, che verrà in seguito interamente diretto da John Huston. Nella primavera del 1964 va in scena a Roma Le nozze di Figaro di W. A. Mozart (Teatro dell'Opera, 21 maggio). Fra l'estate e l'autunno del 1964 allestisce due diverse edizioni de Il Trovatore di G. Verdi, che debuttano rispettivamente a Mosca (Teatro Bol'šoj, 10 settembre, con l'Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala di Milano) e a Londra (Covent Garden, 19 novembre). Nell'inverno del 1965 va in scena a Parigi Après la chute di A. Miller (Théâtre du Gymnase, 10 gennaio). Nel settembre del 1965, vincitore del Leone d'oro, viene proiettato alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia Vaghe stelle dell'Orsa, sceneggiatura originale di Visconti, Suso Cecchi d'Amico ed Enrico Medioli. Nell'autunno del 1965 Il giardino dei ciliegi di Cechov inaugura a Roma l'attività della «Compagnia Italiana di Prosa» diretta da Vito Pandolfi (Teatro Valle, 26 ottobre). Va in scena a Roma una nuova edizione del Don Carlo di G. Verdi (Teatro dell'Opera, 20 novembre). Nell'inverno del 1966 va in scena a Vienna Fastaff (Staatsoper, 18 marzo). In primavera debutta a Londra Der Rosenkavalier di R. Strauss (Covent Garden, 21 aprile). Nel febbraio del 1967 esce nelle sale Le streghe, film collettivo di cui Visconti firma l'episodio La strega bruciata viva. Nella primavera del 1967 va in scena a Londra la terza e ultima edizione de La Traviata (Covent Garden, 19 aprile). In estate debutta a Firenze Egmont di W. Goethe, con musiche di L. van Beethoven (Cortile di Palazzo Pitti, 6 giugno). Nel settembre del 1967 viene proiettato alla Mostra di Venezia Lo straniero, sceneggiatura di Visconti, Suso Cecchi d'Amico, Georges Conchon, in collaborazione con Emmanuel Robbles, dal romanzo di A. Camus. Nell'autunno del 1967 va in scena a Cesena La monaca di Monza di G. Testori (Teatro Bonci, 28 ottobre). Nello corso del 1967 lavora inoltre con Suso Cecchi d'Amico a Macbeth '67, trattamento cinematografico della tragedia di W. Shakespeare. Nell'inverno del 1969 va in scena a Milano L'inserzione di N. Ginzburg (Teatro San Babila, 21 febbraio). In primavera debutta a Vienna Simon Boccanegra di Verdi (Staatsoper, 28 marzo). Nell'ottobre del 1969 esce nelle sale La caduta degli dei, primo capitolo di quella che sarà definita la «trilogia tedesca», su sceneggiatura originale di Visconti, Enrico Medioli e Nicola Badalucco. Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta lavora a diversi progetti cinematografici: un film sulla vita di Giacomo Puccini intitolato Ritratto di uno sconosciuto; Zelda, dall'autobiografia di Zelda Fitzgerald; La montagna incantata da T. Mann. Firma inoltre un contratto per la realizzazione di un film tratto dalla Recherche du temps perdu di M. Proust che, a lavoro già avviato, non verrà finanziato. Nel giugno del 1970 la RAI trasmette il documentario Alla ricerca di Tadzio. Nel marzo del 1971 esce a Londra Morte a Venezia, sceneggiatura di Visconti e Nicola Badalucco dal romanzo breve di T. Mann. Il 27 luglio del 1972, durante la post produzione del film Ludwig, viene colpito da trombosi. Dopo un periodo di riabilitazione porta a termine il montaggio del film, sceneggiato con Enrico Medioli e la collaborazione di Suso Cecchi d'Amico. Proiettato a Bonn nel gennaio del 1973 in una versione quasi dimezzata rispetto a quella voluta da Visconti, il film verrà ripristinato nel montaggio originale solo dopo la morte del regista per iniziativa dei suoi più assidui collaboratori. Nella primavera del 1973 va in scena a Roma Tanto tempo fa di H. Pinter (Teatro Argentina, 3 maggio). In estate debutta al Festival dei Due Mondi di Spoleto Manon Lescaut di G. Puccini (Teatro Nuovo, 21 giugno), sua ultima regia teatrale. Nel dicembre del 1974 esce nelle sale Gruppo di famiglia in un interno, sceneggiatura originale di Visconti, Enrico Medioli e Suso Cecchi d'Amico. Tra l'ottobre del 1975 e il gennaio del 1976 gira L'Innocente, sceneggiatura di Visconti, Medioli e Cecchi d'Amico dal romanzo di G. D'Annunzio. Muore a Roma il 16 marzo del 1976, a film appena montato.

Storia archivistica

L'archivio appartenuto a Luchino Visconti, di proprietà della Fondazione Gramsci, raccoglie parte dei documenti conservati nella casa di via Salaria e trasferiti per volontà del regista nella casa in costruzione di Castelgandolfo dopo il 1972, anno della sua malattia. Dopo la sua morte i materiali, trovati in uno stato di completo disordine, furono raccolti e sottoposti ad un primo ordinamento da Uberta Visconti di Modrone, sorella minore del regista e Caterina d'Amico. La prima ipotesi per l'ingresso dell'archivio presso l'Istituto Gramsci risale al 1978, quando Suso Cecchi d'Amico, collaboratrice assidua e amica del regista, ne parlò all'allora direttore, Franco Ferri, con il quale Visconti aveva avuto un legame d'amicizia, nato dai comuni ideali civili e dalla comune militanza nel gruppo della Resistenza romana. La scelta della sede rifletteva, dunque, se non una volontà testamentaria, quella che era stata l'idealità politica di Luchino Visconti. Nel 1986 l'archivio fu corredato da un «Elenco di documentazione» a cura di Caterina d'Amico e Bruna Conti e, nel maggio dello stesso anno, dichiarato «di notevole interesse storico» dalla Soprintendenza ai Beni Archivistici del Lazio. La donazione venne formalizzata soltanto il 16 marzo del 1989, con atto notarile sottoscritto da Franco Ferri e Uberta Visconti. Dopo il versamento dell'archivio alla Fondazione, nel corso degli anni ai materiali provenienti dalla casa di Castel Gandolfo (oggetto tra l'altro di numerosi furti tra il 1972 e il 1976) si aggiunsero ulteriori incrementi fatti dai familiari, dai collaboratori e dagli studiosi del regista, che accrebbero il già cospicuo corpus iniziale. Dal 1988, a partire dal primo elenco di consistenza allegato all'atto di donazione, che permise di aprire l'archivio alla consultazione subito dopo il versamento, i materiali furono oggetto di schedatura e ordinamento. Gli ultimi interventi di inventariazione archivistica sono stati realizzati tra il 2006 e il 2007 quando, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita del regista (1906) nuovi documenti (sia originali che copie) vennero inseriti nell'archivio nella serie "Integrazioni a cura della Fondazione Gramsci". Nell'insieme l'archivio di Luchino Visconti presenta un carattere di completezza per i materiali conservati e per la loro varietà tipologica; eccezion fatta per le rare tracce di tipo privato, documenta l'attività del regista nel teatro e nel cinema lungo tutto l'arco della sua carriera professionale, muovendo dai primi tentativi e testimoniando anche di molti progetti non realizzati. Tra i documenti è stato rinvenuto anche il romanzo incompiuto "Angelo" che testimonia la prima vocazione letteraria del regista, pubblicato nel 1993, a cura di René de Ceccatty in doppia edizione, francese e italiana, dall'editore Gallimard e dagli Editori Riuniti. Oggi l'archivio di Luchino Visconti conta 20.629 documenti originali tra lettere, copioni, riduzioni, soggetti, scalette, sceneggiature, che si sommano ai contratti e al materiale amministrativo, calendari di lavorazione, dialoghi, appunti vari e alle immagini, per la gran parte fotografie di sopralluoghi, set, allestimenti, prove e spettacoli, alle quali si aggiungono figurini, bozzetti, schizzi dei movimenti di scena, acquarelli, tempere e disegni. La documentazione è stata ordinata in 17 serie archivistiche, alcune ordinate secondo un criterio tematico rispondente alle principali aree di attività di Visconti e altre secondo un criterio di omogeneità formale o funzionale, oltre alla serie già citata che raccoglie le integrazioni documentali curate dalla Fondazione. Solo per una serie, denominata Fascicoli ordinati e raccolti da Luchino Visconti (1950-1973), è stato possibile mantenere l'ordine originario delle carte. Attualmente l'archivio è accessibile in sede in formato digitale e in originale con richiesta motivata. Oltre ai materiali di competenza archivistica, il lascito originale comprendeva una parte della biblioteca appartenuta a Visconti, 1.542 esemplari tra volumi e riviste di argomento letterario, cinematografico e teatrale, oggi raccolti in fondo bibliotecario; accanto al quale è stata creata una sezione della Biblioteca della Fondazione dedicata agli studi viscontiani, che conta allo stato attuale oltre 300 titoli.

Modalità di acquisizione

L'archivio è stato donato alla Fondazione da Uberta Visconti con atto notarile del 16 marzo 1989.

Criteri di ordinamento

L'archivio è ordinato in 17 serie:

  1. Corrispondenza (CR)
  2. Teatro lirico (TL)
  3. Balletto (BL)
  4. Rivista (R)
  5. Teatro di prosa (TP)
  6. Programmi teatrali (PT)
  7. Cinema (C)
  8. Scritti di altri (SA)
  9. Scritti di Luchino Visconti (SV)
  10. Compagnie teatrali (CT)
  11. Materiale iconografico vario (MIV)
  12. Materiale fotografico vario (MFV)
  13. Fascicoli raccolti e ordinati da Luchino Visconti (RF)
  14. Rassegna stampa (RS)
  15. Documenti personali (DP)
  16. Integrazioni a cura della Fondazione Gramsci (INT)
  17. Testimonianze (T)

Condizioni d'accesso

L'archivio è liberamente consultabile nel rispetto della normativa archivistica vigente e del regolamento interno della Fondazione Gramsci.
L'archivio ha ricevuto la dichiarazione di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica del Lazio il 20 maggio 1986.

condizioni di riproduzione

Riproduzione soggetta ad autorizzazione della Fondazione Gramsci.

strumenti di ricerca

Inventario informatizzato online a cura della Fondazione Gramsci;

Caterina d'Amico de Carvalho e Alessandra Favino (a cura di), Il fondo Luchino Visconti. Guida alla consultazione, Roma, Fondazione Istituto Gramsci, 2003;


Linda Giuva (a cura di), Guida agli archivi della Fondazione Istituto Gramsci di Roma, Roma, Editori Riuniti, 1994, p. 154-156.



Riferimenti bibliografici

A. Montesi e L. Pallanch (a cura di), BiblioVisconti, Roma, voll. 1 -3, Scuola nazionale di cinema, [poi] Centro sperimentale di cinematografia, Fondazione Istituto Gramsci, 2001 - 2009.