Archivi di persone

Rita Majerotti

1896 - 1945, 1989

Storia istituzionale/amministrativa, nota biografica

Rita Majerotti nacque a Castelfranco Veneto (Treviso) il 27 agosto 1876 da Eugenio ed Elvira De Mori. Conseguì la licenza delle scuole normali nel 1896. Dopo breve tempo insegnò alle scuole elementari. Date le difficoltà d'impiego, fu costretta a trasferirsi in diverse sedi. Nella seconda metà degli anni novanta si unì in matrimonio con Giuseppe Tonon, dal quale ebbe tre figli. La prima, Elvira, morì in tenera età. Rimasta vedova, si trasferì a Milano, poi in provincia di Mantova, dove abitò dal 1908 al 1915, proseguendo la carriera scolastica. Fu simpatizzante delle idee socialiste fin da giovanissima. Risale, tuttavia, a questi anni la sua attiva militanza nel partito e la collaborazione ai periodici socialisti «La Nuova terra» e «La Difesa delle lavoratrici». Trasferitasi a Bari nel 1915 M. divenne dapprima segretaria dell'ufficio emigrazione, poi fiduciaria del Psi. La sua adesione al pacifismo e la partecipazione alle agitazioni contro la guerra le costarono la sospensione dall'insegnamento ed il trasferimento forzato nel paese di origine. Nel 1918 sposò in seconde nozze Filippo D'Agostino, anch'egli attivo militante socialista. Nel 1921 aderì al Pcd'I, divenendo, insieme al marito, una delle principali protagoniste dell'organizzazione del nuovo partito in Terra di Bari. Attenta ai temi della questione femminile, contribuì alla costituzione dei gruppi femminili comunisti. Nel 1922, mentre si recava a Mosca per partecipare al W congresso dell'Ic, venne arrestata a Trieste. Nel 1925 emigrò in Belgio, poi in Francia; rimpatriò nel 1926 e fu arrestata a Milano. Successivamente si trasferì a Roma, dove visse durante il fascismo. Negli anni successivi alla guerra di liberazione nazionale, fu di nuovo in Puglia, poi in Sicilia. A questi anni risale la sua breve ripresa dell'attività politica nel Pci. Morì a Treviso nel 1960.

Storia archivistica

Il fondo è stato donato all'Archivio storico delle donne C. Ravera dalla nipote Anna Tonon nel 1988.

Note

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