Archivi di persone

Maria Antonietta Macciocchi

1942 - 2003 - con documentazione dal 1925

Storia istituzionale/amministrativa, nota biografica

Maria Antonietta Macciocchi nacque a Isola del Liri, in provincia di Frosinone, il 23 luglio del 1922, da Antonio, ingegnere e da Giuseppina Marrarza, prima di tre figlie. Dal 1928 si trasferì a Roma con la famiglia. Dopo aver concluso il liceo, M. si iscrisse all'università ed intessé i primi contatti con gruppi antifascisti, in particolare con l'organizzazione clandestina romana del Partito comunista. Diventò staffetta partigiana durante l'occupazione tedesca della capitale. Poco dopo la liberazione di Roma, il 29 giugno del 1944, si sposò con Pietro Amendola, fratello di Giorgio, con cui si trasferì in Campania, prima a Salerno e poi a Napoli. Al fianco del marito, M. continuò ad avere un ruolo nell'organizzazione comunista, nei gruppi femminili. Il 30 marzo del 1945 diede alla luce sua figlia Giorgina. Nello stesso anno si laureò in lettere e filosofia all'Università "La Sapienza" di Roma. Nel 1946 diventò segretaria del "Comitato per la salvezza dei bambini napoletani", che permise nei mesi e anni successivi di fornire assistenza presso famiglie dell'Italia settentrionale a migliaia di minorenni della metropoli partenopea. Alla fine degli anni '40 tornò a Roma, giornalista presso il settimanale dell'organizzazione femminile comunista «Noi Donne», di cui nel 1950 sarebbe diventata direttrice. Nel 1952 arrivò il suo secondo matrimonio, con il giornalista Alberto Jacoviello. Nel 1956 assunse la direzione di un'altra rivista nell'orbita del Pci, il settimanale «Vie Nuove». Tra i collaboratori che si avvicinarono al settimanale durante la direzione di M., vanno ricordati Curzio Malaparte e Pier Paolo Pasolini. Con quest'ultimo si sarebbe creato un duraturo rapporto umano e intellettuale. Dal 1961 fu inviata a Parigi de «L'Unità». In questo periodo compì diversi viaggi in Algeria per raccontare la guerra per l'indipendenza in corso e fu autrice di numerose corrispondenze dalla Francia e dal Nord Europa. Nel corso della sua permanenza Oltralpe, M. ebbe modo di avvicinarsi al pensatore marxista Louis Althusser, che rapidamente diventò il suo riferimento intellettuale. Nel 1968 fu candidata al Parlamento con il Pci, venendo eletta nel collegio di Napoli. M. raccontò la sua campagna elettorale a Napoli e i problemi del capoluogo campano in un'intensa corrispondenza con Althusser, che nel 1969 sarebbe diventato un discusso libro edito da Feltrinelli, dal titolo Lettere dall'interno del Pci a Louis Althusser. Un viaggio in Cina fatto con il marito nella seconda metà del 1970 sarà lo spunto per la pubblicazione, nel 1971, del volume Dalla Cina dopo la rivoluzione culturale, che segnerà un suo allontanamento dal gruppo dirigente del Pci, ma che sarà aspramente osteggiato anche dai comunisti francesi e, allo stesso tempo, la avvicinerà ai gruppi maoisti d'Oltralpe. Dal 1972 M. fu di nuovo stabilmente in Francia, come docente presso la facoltà di sociologia dell'Università Paris VIII Vincennes, con corsi che fecero scoprire Oltralpe Gramsci, culminate nella pubblicazione del volume Per Gramsci, nel 1974. Le sue docenze universitarie rappresentarono anche l'occasione per una riflessione ampia sul ruolo delle donne: il loro rapporto con il fascismo, il marxismo e una valutazione critica del femminismo contemporaneo. All'inizio del 1977 M. discusse la sua tesi di dottorato alla Sorbona. Nello stesso periodo sarebbe arrivata la definitiva espulsione dal Pci, a causa della sua presa di posizione contro il partito relativamente alla posizione assunta nei confronti del movimento studentesco esploso in Italia in quell'anno. Nel 1979 fu candidata dai Radicali italiani al Parlamento europeo, venendo eletta. Da deputata a Strasburgo fu importante l'impegno di M. per l'abolizione della pena di morte in Francia e per l'obiezione di coscienza. Numerose furono le sue missioni in vari continenti, in difesa dei diritti umani. Nel 1982, M. aderì al Partito socialista. Nel 1984 promosse a Venezia un convegno sull'identità culturale europea, a cui parteciparono intellettuali da tutto il mondo. Il tema sarebbe rimasto al centro delle attenzioni di M., con l'organizzazione di nuovi incontri sul tema negli anni successivi e la pubblicazione di Di là dalle porte di Bronzo. Si registrò anche un suo avvicinamento al cristianesimo, con incontri con il Pontefice Giovanni Paolo II, che sarebbero culminati con la curatela del volume Le donne secondo Wojtyla, uscito nel 1992. Tra anni '80 e '90 fu intensa la riflessione autobiografica di M., con le due edizioni del memoir Duemila anni di felicità nel 1983 e nel 2000. Nell'ultimo decennio del Novecento, oltre a continuare il suo impegno giornalistico come firma importante del «Corriere della sera», sull'onda lunga del bicentenario della Rivoluzione francese, M. approfondì gli avvenimenti della Repubblica napoletana del 1799, attraverso le figure femminili di Eleonora Pimentel Fonseca e Luisa Sanfelice, che l'avrebbero portata a realizzare due saggi sulle rispettive vicende: Cara Eleonora , pubblicato nel 1994, e L'amante della Rivoluzione, pubblicato nel 1998. Dal 2000 le sue uscite pubbliche diventeranno sempre più rare per il peggioramento delle sue condizioni di salute. M. morì nella sua casa romana il 15 aprile 2007.

Storia archivistica

 


L'ordinamento attuale del fondo è iniziato nel novembre 2019 per concludersi dopo un anno. In origine il fondo consisteva di 166 buste, non tutte originali. L'archivio, infatti, non presentava un ordinamento originario. Tuttavia, parte delle buste presentava sulla costa un'indicazione di massima del contenuto, probabilmente opera degli eredi e di chi ha fatto uso delle carte nel periodo precedente il versamento. All'interno anche l'organizzazione in fascicoli era parziale. Buona parte della documentazione, infatti, si presentava in forma del tutto sciolta. Anche nel caso dei fascicoli, era evidente che non tutti erano originali, ma creati ex post secondo criteri di uso/funzionalità e probabilmente creati nel corso delle ricerche finalizzate alla stesura del volume di Eleonora Selvi, Maria Antonietta Macciocchi. L'intellettuale eretica, Roma, Aracne, 2012. Pertanto, l'intervento sulle carte ha previsto una prima fase di mappatura, seguita dalla descrizione analitica delle carte, e una fase finale di ordinamento logico e fisico. Vista la grande quantità di materiale, è stato sicuramente molto utile riscontrare nel corso della mappatura la corrispondenza tra le indicazioni presenti  sulle coste delle buste e il loro contenuto, cosa che ha permesso di individuare sia le attività della M. che gli oggetti dei fascicoli. In un secondo momento si è proceduto all' analisi delle carte e alla loro schedatura, congiuntamente allo studio della biografia di M., evidenziando lo stretto legame esistente tra le diverse attività svolte dall'autrice nell'arco di tutta la sua vita professionale. Questo elemento ha costituito la maggiore complessità affrontata nel corso del riordinamento dell'archivio. Risulta infatti a tratti impossibile distinguere tra la documentazione utilizzata per la stesura di un libro o di un saggio da quella utilizzata per la stesura di un articolo giornalistico, nonché le ricadute politiche della sua frenetica attività intellettuale, là dove la riflessione su determinati temi confluisce spesso in lavori culturali differenti e nell'attività politica. Il caso limite è rappresentato sicuramente dalle ricerche intorno alla Repubblica napoletana del 1799 e alle sue protagoniste femminili, dalle quali M. ricavò due volumi (Cara Eleonora e L'amante della rivoluzione), scrisse diversi articoli di divulgazione giornalistica e che le valse, infine, la partecipazione attiva all'organizzazione dei festeggiamenti per il bicentenario della Repubblica napoletana. Intrecci simili si notano anche in altri casi, a dimostrazione della complessità della vita e della personalità di un'intellettuale che, come è possibile evincere dall'organizzazione del suo archivio, tentò sempre di dare al suo lavoro un respiro di stampo umanistico. Da un altro punto di vista, bisogna sicuramente notare la quasi totale assenza, nella mole di documentazione conservata, di carte di natura strettamente personale. La maggior parte della documentazione si riferisce infatti alla sua vita pubblica (intellettuale e politica), nelle sue varie declinazioni (giornalista, scrittrice, accademica, parlamentare), restituendoci l'immagine - d'altronde confermata dalla stessa M. nella sua autobiografia Duemila anni di felicità - di un'identità fortemente costruita intorno all'intellettualità, e in particolar modo a un'intellettualità critica, dissidente e profondamente europea/europeista. Emblematica da questo punto di vista risulta sicuramente la sua vicenda politica di fuoriuscita dal Pci. Gran parte dell'archivio, come risulta anche dall'ordinamento definitivo, è costituito quindi da materiale di documentazione utile al soggetto produttore per le sue diverse attività intellettuali e politiche. La corrispondenza presente è per lo più relativa alla sua vita professionale e in generale pubblica. Vista la necessità di dare risalto ai tanti diversi aspetti in cui era articolata la vita di M., sono state individuate nove serie, ognuna corrispondente a un'attività, nella consapevolezza comunque della profonda interconnessione esistente tra le stesse: Carte personali; Corrispondenza; Note e appunti; Attività politica; Produzione giornalista e documentazione; Opere; Attività accademica; Conferenze e convegni; Bicentenario. Alla complessità si è fatto fronte adottando un livello di analiticità descrittiva piuttosto alto ma che, allo stesso tempo, riuscisse a rappresentare in modo chiaro e conciso il contenuto delle unità archivistiche. Oltre all'indicazione degli elementi di descrizione principali (titolo, estremi cronologici), la descrizione del contenuto ha tentato, soprattutto in caso di fascicoli particolarmente consistenti, una sintesi espositiva che, evitando una semplice elencazione dei documenti presenti, desse conto del nucleo contenutistico del fascicolo. Sicuramente, uno dei casi in cui si è ritenuto necessario descrivere puntualmente i documenti è stato quando ci si è trovati di fronte agli scritti giornalistici, originali o in copia. Lo spoglio degli articoli è sembrato infatti necessario e fondamentale per una ricostruzione di una biografia intellettuale, le cui tematiche risultano sicuramente speculari agli argomenti trattati nei suoi libri. Ogni fascicolo è ovviamente corredato da indici di persone, enti e luoghi. Manca, per ovvie ragioni, un'indicizzazione di tipo tematico, che sarebbe maggiormente in grado di far emergere lo "spirito dell'archivio", dando risalto alle tematiche che sono state più care a M. nel corso della sua vita privata e intellettuale nonché ai nessi tra le diverse unità (fascicoli e, perché no, documenti). L'ordinamento delle singole serie così come dei fascicoli è cronologico. All'interno di questi ultimi, tuttavia, le carte si sono spesso trovate in una evidente relazione associativa non temporale bensì funzionale (soprattutto nel caso di appunti non datati inseriti all'interno di ritagli stampa), pertanto si è deciso di lasciare l'ordine originario. I fascicoli originari del soggetto produttore e dei soggetti che gli sono succeduti sono stati ovviamente conservati. Si è tuttavia proceduto al ricondizionamento di tutte le unità di conservazione (buste), provvedendo a contenitori più adeguati. Infine, una nota metodologica. Nella descrizione si è fatto uso dell'acronimo "MAM" per indicare il soggetto produttore. La scelta è dipesa in particolar modo dall'uso che lo stesso soggetto produttore ne faceva per riferirsi a se stessa. 

Modalità di acquisizione

L'archivio è stato donato alla Fondazione Gramsci nel 2008 dalla figlia dell' autrice, Giorgina Amendola.

Criteri di ordinamento

L'archivio è stato ordinato in 9 serie: Carte personali; Corrispondenza; Note e appunti; Attività politica; Produzione giornalista e documentazione; Opere; Attività accademica; Conferenze e convegni; Bicentenario

Condizioni d'accesso

L'archivio è liberamente consultabile nel rispetto della normativa archivistica vigente e del regolamento interno della Fondazione Gramsci. L'archivio ha ricevuto la dichiarazione di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica del Lazio il 9 novembre 2010.

condizioni di riproduzione

Riproduzione soggetta ad autorizzazione della Fondazione Gramsci.

strumenti di ricerca

Inventario informatizzato online a cura di Rosa de Lorenzo e Mario de Prospo.

Riferimenti bibliografici

Eleonora Selvi, Maria Antonietta Macciocchi. L'intellettuale eretica, Roma, Aracne, 2012.

Unità di descrizione collegate

Archivio del Partito comunista italiano