Archivi del Partito comunista italiano

Partito Comunista Italiano

1945 - 1990

Storia archivistica

Le carte dell' archivio del Pci sino alla fine degli anni ottanta venivano versate alla Fondazione Gramsci in copia sulla base delle richieste "che di volta in volta avanzavano i singoli studiosi su particolari argomenti"(1). Nel 1986 la direzione del Pci decise di versare integralmente alla Fondazione il proprio archivio storico in copia, cominciando dalle carte prodotte dagli organismi dirigenti centrali.  Oggi l'archivio del Partito comunista italiano è nella sua interezza conservato in originale presso la Fondazione Gramsci, dove è stato versato dal Partito democratico della sinistra nel 1996. L'ampiezza della documentazione ben testimonia l'importanza che il partito attribuiva alla cura e alla conservazione delle proprie carte. Proprio l'interesse per la loro salvaguardia e conservazione ha dato luogo a una complessa organizzazione della documentazione. L' archivio così come è stato versato alla Fondazione nasce alla fine degli anni sessanta. Sino ad allora ciascuna delle sezioni gestiva il proprio archivio organizzandolo sulla base di criteri diversi per ogni sezione.  All'inizio del 1963 venne posto il problema della costituzione di un archivio generale: "Il metodo attuale degli archivi per ogni sezione e anche per singoli uffici è irrazionale e antiquato […] In ogni piano dell'apparato esistono almeno dieci armadi per questi fantomatici archivi. Nell'apparato non si ha idea né esiste un criterio di ciò che deve essere un archivio, quale materiale debba trovarvi posto e come questo debba essere catalogato per essere alla portata di chi ne ha bisogno senza perdite di tempo" si legge in una nota per l'ufficio di segreteria.(2) Nel 1969 viene istituito un ufficio archivio col compito di provvedere all'organizzazione dell'archivio storico, di quello di deposito e di quello corrente. Il primo compito che il nuovo ufficio si trovò a dover affrontare fu il recupero della documentazione da effettuarsi negli uffici del partito: saranno incaricati di raccogliere il materiale Ivano Sabadini e Giovanni Aglietto.(3)  Nel 1970 venne segnalato il recupero di 120 faldoni della sezione di organizzazione contenenti carteggio e documentazione relativa alle federazioni provinciali e alle sezioni locali(4). Nel 1971 era ancora in corso il lavoro di recupero dei documenti: una relazione lamenta che le sezioni di lavoro non versano materiale all'archivio centrale e fa presente che, fino ad allora hanno depositato le proprie carte solo "la Sezione di organizzazione i cui materiali dal 1944 al 1960 costituiscono la parte preponderante dell'archivio" e "la Sezione esteri, che ha consegnato materiali relativi ai rapporti con i partiti comunisti fino al 1968-69".(5) Nel marzo dello stesso anno si avviò il lavoro di riordino dei documenti. Per i primi anni settanta le relazioni periodiche dell'ufficio archivio consentono di seguire l'andamento dei lavori volti a "mettere in sicurezza" la memoria storica del partito. Il lavoro comportava infatti l'ordinamento, la classificazione e la microfilmatura dei documenti. Dai microfilm veniva redatto un elenco di tutta la documentazione microfilmata che talvolta arrivava ad indicare il singolo documento e talvolta si limitava ad enunciarne la serie. Nei primi anni settanta vennero riordinate le carte congressuali, i verbali del Cc, della direzione, dell'ufficio politico, della segreteria e dell'ufficio di segreteria. All'inizio del 1975 si prevedeva di poter concludere entro la fine dell'anno il lavoro sul complesso delle carte dell'archivio della segreteria per il periodo 1945 - 1971.(6) L'ufficio archivio compilava un registro sul quale segnava tutti gli atti ricevuti. Il registro riproduceva in parte il registro di protocollo con alcune colonne aggiuntive in cui venivano annotate la classificazione apposta dall'ufficio archivio e la data in cui il documento perveniva all'ufficio stesso. Il primo registro dell'archivio che troviamo risale al 1969: le registrazioni sono molto limitate per la prima parte dell'anno e aumentano nel secondo semestre; dei documenti è data la "collocazione" e troviamo alcune note relative alla formazione dei nuovi fascicoli, mentre manca la classificazione dei documenti che si trova solo a partire dal 1973. I registri dell'archivio testimoniano che a partire dal 1973 l'ufficio gestiva anche la documentazione corrente e che la permanenza dei singoli documenti presso gli uffici era in realtà molto breve: dalle date di realizzazione degli elenchi emerge che la documentazione veniva archiviata e microfilmata ad una distanza di tempo brevissima rispetto al momento della sua produzione. Dal 1973 al 1981 le carte venivano infatti lavorate nel corso dello stesso anno a cadenza inizialmente trimestrale e in seguito bimestrale e dal 1982 il lavoro di archiviazione e microfilmatura verrà effettuato su base annuale.  Le carte venivano suddivise per anno e all'interno di ogni anno ordinate sulla base di un titolario, elaborato presumibilmente all'inizio degli anni settanta. Il titolario "prevedeva due tipi di categorie: una di natura strutturale con riferimento agli organismi centrali e periferici che producevano e inviavano i documenti (direzione, sezioni e commissioni di lavoro, federazioni e comitati regionali, istituti culturali, organi di stampa); l'altra relativa al contenuto dei documenti (organi dello Stato ed enti pubblici, partiti politici, paesi esteri, organizzazioni internazionali, associazioni e istituti vari)".(7) Il titolario subisce modifiche e aggiustamenti nel corso degli anni successivi, che peraltro non vanno ad intaccarne la struttura di base, continuano infatti a permanere una parte "strutturale" ed una parte tematica. Le modifiche coinvolgono soprattutto la prima parte, quella strutturale, e gli aggiustamenti seguono la riorganizzazione interna del partito.  Per quanto riguarda gli organismi di direzione il titolario rimane abbastanza stabile fino al 1991. Sparisce nel 1983 la classe dedicata al presidente del partito, nel 1986 viene maggiormente articolata in sottoclassi la classe relativa alla segreteria.  Per quanto riguarda la parte relativa alle strutture interne, la prima modifica sostanziale appare nel titolario del 1979 quando le sezioni di lavoro vengono riorganizzate in dipartimenti, pur permanendo un nucleo abbastanza consistente di sezioni che rimangono autonome (scuola, meridionale, regioni e autonomie locali, femminile, Cespi, problemi dello stato, gruppi parlamentari, apparato e archivio). Nel corso del tempo si delinea una tendenza all'accorpamento in dipartimenti sempre più accentuata, che culmina nel 1989 con una riorganizzazione che accorpa tutte le strutture in macroaree (politiche del partito, politiche sociali ed attività di massa, politiche della comunicazione, politiche culturali, politiche ambientali, politiche femminile, politiche internazionali, tesoreria, enti locali, stato e diritti, economica, formazione politica e istituti culturali) accanto ad una maggiore articolazione interna.  La parte tematica subisce invece minori modifiche, mantenendosi sostanzialmente invariata sia nella struttura che nella articolazioni: si aggiungono ovviamente nuove voci relative a forze politiche o associative man mano che queste si presentano sulla scena politica.  Alle carte versate dagli uffici del partito si aggiunse la documentazione recuperata in Unione sovietica. È ormai noto che "anche dopo il 1943 la parte delle carte più significativa politicamente veniva mandata a Mosca per motivi dove è difficile scindere le preoccupazioni di salvaguardia fisica delle carte dal forte legame politico tra il Pci e il Partito comunista dell'Unione Sovietica"(8). La spedizione delle carte oltre cortina avvenne in diversi momenti tra la fine del 1950 e l'estate del 1958 e riguardò le carte degli organismi dirigenti e di alcune sezioni di lavoro. Continuavano a rimanere in sede le carte necessarie all'attività corrente delle sezioni di lavoro. Agli inizi degli anni Settanta saranno Cesare Colombo - archivista presso l'Istituto Gramsci - e Giovanni Aglietto a recarsi nella capitale sovietica per stilare un primo elenco della documentazione conservata a Mosca e provvedere ad una prima microfilmatura della stessa. Nel 1973 veniva infatti redatto un elenco della documentazione microfilmata mentre gli originali della documentazione rientrarono in Italia alla fine degli anni ottanta. Dopo il trasferimento presso la Fondazione Gramsci, avvenuto contestualmente alle carte conservate presso la direzione, non è stato possibile reintegrare le carte recuperate da Mosca con il resto della documentazione. La documentazione è stata inventariata come "Archivio Mosca", e schedata a livello di fascicolo e per i verbali degli organismi dirigenti è stato prodotto un inventario analitico a livello di documento.  (1) Cfr. Linda Giuva, Introduzione alla Guida agli archivi della Fondazione Istituto Gramsci, Annali della Fondazione Istituto Gramsci 1992, Roma, Editori riuniti, 1994, p. XXVIII. (2) Fondazione Gramsci (d'ora in poi FG), Archivi del Partito comunista italiano (d'ora in poi APC), Partito, 1963, Apparato Cc, nota per l'ufficio di segreteria, 8 gen. 1963, mf 489/3254-5 (3) Linda Giuva, L'Archivio del Partito comunista italiano in Gli archivi dei partiti politici, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, 1996, p. 73 (4) FG, APC, Partito, 1970, doc. classificata, Sezioni di lavoro, busta 90, fasc. 37 (5) FG, APC, Partito, 1971, Apparato Cc, relazione di Checchini per Aglietto e Galleni, 25 nov. 1971, mf. 160/4. (6) FG, APC, Partito, 1957, Segreteria, nota allegata al verbale n. 127 della riunione del 28 dic. 1973, mf. 57/518-521 (7) Linda Giuva, L'Archivio del Partito comunista italiano, cit., p. 73. (8) idem, p. 74.

Modalità di acquisizione

Versato dal Partito democratico della sinistra nel 1996

Ambiti e contenuto

Nell' archivio sono conservati i verbali degli organismi dirigenti, le carte dei segretari, il carteggio, gli atti delle sezioni di lavoro e tutta la documentazione che veniva inviata al centro dagli organismi periferici, dalle redazioni dei periodici e dalle associazioni legate al Partito.


Oggi lo studioso che si accinge alla consultazione dell'archivio del Pci si trova davanti tre corpi documentari che si sovrappongono cronologicamente, distinguendosi solo per il modo in cui le carte sono state conservate e lavorate:


 



  1. La parte delle carte ordinata e classificata dagli archivisti del partito che è organizzata per anno e all'interno di ogni anno ordinata sulla base di un titolario. Questo è il nucleo più consistente dell'archivio e contiene corrispondenza, note, relazioni e anche letteratura grigia e pubblicazioni. Oltre la metà di questa documentazione è stata microfilmata ed elencata, mentre della parte non microfilmata è stato realizzato l'inventario a cura della Fondazione. 

  2. La parte delle carte spedita a Mosca e rientrata in Italia che è stata riordinata sulla base delle indicazioni rinvenute sulle camicie dei fascicoli e talvolta dei singoli documenti. La documentazione è stata suddivisa in serie corrispondenti agli organismi dirigenti, alle commissioni di lavoro e alle organizzazioni periferiche accanto ad una sezione cronologica e ad alcune sezioni tematiche relative alla guerra di Liberazione, alla questione della Venezia Giulia, ai rapporti con gli altri partiti, ai rapporti con l'Ufficio informazione dei partiti comunisti (Cominform), ai paesi esteri, alle organizzazioni di massa e all'attività di governo. Dell' Archivio Mosca esiste un inventario analitico a livello fascicolo. 

  3. La parte delle carte non lavorata dagli archivisti del partito che conserva soprattutto le carte delle diverse sezioni di lavoro. In questa parte di documentazione sono stati rinvenuti alcuni fascicoli originali accanto a molta documentazione semplicemente accorpata sulla base dell'ufficio di provenienza. Si tratta di corrispondenza, relazioni, materiali di studio e letteratura grigia o materiale di documentazione. Questa parte è stata inventariata a cura della Fondazione. 


Una proficua ricerca, data la complessa strutturazione delle carte, dovrà necessariamente esplorare tutti i nuclei di documentazione. Attualmente dunque l'archivio del partito è consultabile attraverso l'utilizzo di diversi strumenti di ricerca:



  • la schedatura analitica dei verbali degli organismi dirigenti (1944-1990); 

  • gli elenchi della documentazione microfilmata e classificata (1943-1990); 

  • l'inventario analitico della parte non microfilmata (sia classificata che non classificata) (1945 - 1978); 

  • l'inventario dell' Archivio Mosca (1939-1958).


 

Criteri di ordinamento

Le carte del Pci sono state riordinate dagli archivisti del partito sulla base di un titolario elaborato agli inizi degli anni settanta. Le singole serie sono state qui di seguito descritte nella sequenza che occupano sia nelle carte che nel titolario. Si deve però tenere presente che le carte venivano ordinate per anno, pertanto la struttura qui di seguito indicata si trova riproposta nelle carte su base annuale. Accanto alle serie generate dal titolario permangono alcuni nuclei documentari relativi a tematiche particolari e di arco cronologico ben definito illustrati prima di quelle strutturali. L'Archivio ha una consistenza di 3237 buste di cui 182 contengono i documenti precedentemente inviati a Mosca (Fondo Mosca), 1872 le carte microfilmate ed elencate dagli archivisti del Partito e le restanti 1183 la documentazione non microfilmata. Le denominazioni delle serie si attengono pertanto alle indicazioni del titolario, è stata comunque indicata l'eventuale precedente denominazione.

Condizioni d'accesso

L' Archivio è consultabile sino al 1989 incluso ed i verbali degli organismi dirigenti sino al 1990, nel rispetto della normativa archivistica vigente.
L'archivio ha ricevuto la dichiarazione di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica del Lazio il 28 dicembre 1994.

condizioni di riproduzione

Riproduzione soggetta ad autorizzazione della Fondazione Gramsci.

Note

il numero delle buste totali dell' Archivio dell'Ente PCI è 3237