Archivi di persone
Giorgio Amendola
1910 - 1981
Storia istituzionale/amministrativa, nota biografica
Nasce a Roma il 21 novembre 1907, primogenito del deputato liberale Giovanni e di Eva Kuhn. Nel 1929 si iscrive al Pcd'I costituendo, con Emilio Sereni e Manlio Rossi Doria, una cellula dell'organizzazione clandestina di Napoli. Nel marzo 1931 il suo primo espatrio clandestino: unico delegato napoletano al IV congresso del Pcd'I. In questa occasione ha i primi contatto con il centro del partito, nel cui apparato illegale comincia a lavorare, dapprima nella sezione propaganda (diretta da Ruggero Grieco) e in seguito come responsabile della sezione di lavoro Alleati del proletariato. I1 2 giugno 1932, durante la sua prima missione clandestina in Italia viene arrestato a Milano. Trasferito a Roma il 30 giugno, beneficia dell'amnistia del Decennale della Marcia su Roma, evitando così il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, subendo però una condanna a 5 anni di confino a Ponza. Nel 1937, dopo 5 anni di confino - intervallati da numerosi soggiorni nel carcere di Poggioreale - ottiene la trasformazione del confino in ammonizione e, dopo una breve sosta a Roma, raggiunge clandestinamente Parigi dove viene incaricato della direzione della casa editrice e della libreria del partito. Nel febbraio 1939 si reca a Tunisi dove nel marzo, insieme a Velio Spano, assume la direzione de «Il Giornale», quotidiano antifascista in lingua italiana soppresso dalle autorità nell'agosto. Alla fine del 1939 viene richiamato a Parigi e nel giugno del 1940 si trasferisce a Marsiglia dove lavora per riallacciare i rapporti con gli esponenti delle altre forze antifasciste italiane residenti nella Francia meridionale, in particolare lavora con i socialisti Nenni e Saragat e con Nitti e Silvio Trentin. Nel novembre 1942, in seguito all'arresto di Agostino Novella, viene cooptato nel centro estero del partito. Nel marzo 1943, insieme a Dozza, firma per il Pci il Patto di unità d'azione con socialisti e Giustizia e libertà. Nell'aprile dello stesso anno riesce fortunosamente a rientrare in Italia e, prima a Torino poi a Milano, partecipa al lavoro clandestino di organizzazione della politica del partito. Membro della direzione provvisoria del Partito, il 26 luglio si trasferisce a Roma dove, fino all'8 settembre, lavora attivamente per la liberazione dei condannati comunisti ancora nelle carceri o al confino. Dopo l'annuncio dell'armistizio comincia il suo impegno nella Resistenza assumendo diversi incarichi: rappresentante del Pci nel Cln centrale, membro del Comitato Esecutivo del Cln, membro della Giunta militare tripartita, organizzatore e animatore dei Gap romani e infine comandante delle brigate Garibaldi dell'Italia centrale. I1 5 maggio 1944 si trasferisce a Milano e nell'estate dello stesso anno viene inviato in Emilia, in Veneto e a Torino. Membro del triumvirato insurrezionale piemontese e del comando delle Brigate Garibaldi, organizza con Morandi gli scioperi preinsurrezionali dell'aprile 1945 a Torino. Dopo la liberazione viene richiamato a Roma e nominato sottosegretario alla Presidenza del consiglio nel governo Parri; incarico che mantiene anche nel primo gabinetto De Gasperi. Con il V congresso del Pci entra nel Comitato Centrale e nella direzione del partito. Deputato all'Assemblea costituente, viene consecutivamente rieletto in tutte le legislature Repubblicane. Dal 1946 al 1954 è segretario regionale del Pci in Campania e Lucania. Dal 1947 al 1955 è nominato responsabile della commissione meridionale del Partito. Nel 1954 viene chiamato a sostituire Pietro Secchia alla direzione della sezione organizzazione. Con la IV Conferenza di organizzazione entra in segreteria, dalla quale esce solo nel 1966 per divenire membro dell'ufficio politico. Nel 1969 è eletto deputato al Parlamento Europeo. Muore a Roma il 5 giugno 1980.
Modalità di acquisizione
Nel settembre 1980 le carte sono state versate all'archivio della direzione del Pci da Wilma Diodati, segretaria di Amendola. Nel giugno 1981 è stato effettuato un primo versamento di documenti all'Istituto Gramsci e tra la fine del 1981 e il 1983, con successivi invii, sono stati trasferiti gli scritti, i discorsi, parte della corrispondenza privata e del materiale documentario raccolto da Amendola. Altro materiale è giunto alla Fondazione nel 1996, assieme all'archivio del Partito comunista italiano.
Criteri di ordinamento
L'attuale ordinamento, di questo materiale, segue i criteri stabiliti dallo stesso Amendola e rispettati da Giovanni Aglietto, allora responsabile dell'archivio della direzione, che ne ha curato la schedatura.
Condizioni d'accesso
L'archivio è liberamente consultabile nel rispetto della normativa archivistica vigente e del regolamento interno della Fondazione Gramsci.
condizioni di riproduzione
Riproduzione soggetta ad autorizzazione della Fondazione Gramsci
strumenti di ricerca
"Guida agli archivi" per i versamenti 1981-1983; inventario cartaceo per il versamento 1996.
Riferimenti bibliografici
Amendola, a cura della Commissione propaganda del PCI, Roma, 1946
Der Antifaschismus in Italien, intervista a Giorgio Amendola, a cura di Piero Melograni, Klett-Cotta, Stuttgart c1977
ALDO GAROSCI, Giorgio Amendola: un revisionista di tipo nuovo, Roma 1980
GIORGIO AMENDOLA, Lettere a Milano: 1939-1945, Roma, Editori Riuniti, 1973-1981
ID., Una scelta di vita, Milano, Rizzoli, 1976
ID., Un'isola, Milano, Rizzoli, 1980
ID., Tra passione e ragione: discorsi a Milano dal 1957 al 1977, con prefazione di SANDRO PERTINI, Rizzoli, Milano 1982
SERGIO FENOALTEA, Carteggio con Giorgio Amendola, Le Monnier, Firenze 1983?
GIORGIO AMENDOLA, Una scelta di vita, con prefazione di MIRIAM MAFAI, Rizzoli, Milano 2001
Giorgio Amendola: comunista riformista, a cura di Giovanni Matteoli, Rubbettino 2001
GIOVANNI CERCHIA, Giorgio Amendola: un comunista nazionale. Dall'infanzia alla guerra partigiana, 1907-1945, Rubbettino [2004]
Giorgio Amendola. Politica economica e il capitalismo italiano, a cura di GIANNI CERVETTI, Fondazione ISEC, Milano 2007
GIOVANNI CERCHIA, Giorgio Amendola: un comunista nazionale, Pagano, Napoli, s.d.